Pochi sono i documenti ritrovati che riguardano le tradizioni culturali musicali del paese di Solarolo. Risale al 1598 l’acquisto di un organo nuovo per la chiesa parrocchiale di Solarolo e avvenne nel 1731 il rito di posa della prima pietra del Santuario della Madonna della Salute “... rito compiuto a suon di trombe”, cita il documento. L’inaugurazione dello stesso Santuario fu celebrato con grandi solennità nel settembre del 1736, a cui presenziarono “... due cori di rinomati cantori con suonatori”.
Il primo documento storico che attesta l’esistenza della Banda a Solarolo [ cfr. allegato ] risale al 1810. Si trattava di una banda militare, in quanto aveva origine dalla milizia civica, come era usanza in epoca Napoleonica. Il 20 aprile 1810 a Solarolo furono indetti grandi festeggiamenti per celebrare il matrimonio di Napoleone Bonaparte. “la mattina all’alba si tireranno più colpi di mortaro e, al suono della Banda Militare e dei Tamburi, la Guardia Nazionale si porrà sull’armi….”.
Nel 1844 si sa che viveva in Solarolo il Sig. Enrico Trebbi di Castel San Pietro “in qualità di maestro filarmonico”, Da questo periodo in avanti esistono diversi documenti che testimoniano i servizi effettuati da parte della banda, soprattutto di carattere religioso o civile. Da quel giorno la Banda indossò l’uniforme ufficiale.
Il direttore era quell’anno il M° Galassini Antonio. Questi ebbe il merito di approfondire la preparazione dei musicisti e di organizzarla banda in modo da essere adeguata ai riconoscimenti appena ottenuti. La solenne processione, il 3 gennaio 1855, con l’immagine della Beata Vergine della Salute che veniva portata a Solarolo, fu accompagnata dalla musica del “Corpo Bandistico Solarolese”.
Storicamente il Regolamento della Banda Musicale, suddiviso in 30 articoli, fu approvato dalla Sacra Congregazione degli Studi di Roma, organo del Governo Pontificio e firmato dal Cardinale prefetto della Congregazione il 5 gennaio 1856. Nel Regolamento, redatto nel 1856, si parla del numero dei componenti del complesso: 18 esecutori, numero che corrisponde in pieno alla formazione base delle bande del Settecento. E’ pure del 1856 il riconoscimento legale. Il 12 febbraio 1856 fu ottenuta l’approvazione governativa e il 14 febbraio 1856 il Vescovo di Faenza diede la sua definitiva approvazione [da documenti conservati presso la Curia Vescovile di Faenza]. Da quel giorno la Banda indossò l’uniforme ufficiale.
Il direttore era in quell’anno il M° Antonio Galassini. Questi ebbi il compito di approfondire la preparazione dei musicisti e di organizzare la Banda in modo da essere adeguata ai riconoscimenti ufficiali appena ottenuti. La direzione del M° Galassini si protrasse fino al 1860 circa. In quel periodo si trasferì a Solarolo il Sig. Maltoni Antonio, suonatore di corno.
Dopo aver suonato nella banda, ne divenne il Direttore e conservò questo incarico per oltre 40 anni. Con la moglie Giulia, ebbe 5 figli maschi. Tutti furono musicisti e suonatori nella banda diretta dal padre. Il maggiore di questi, Maltoni Mentore Domenico, nel 1912, alla morte del padre, assunse l’incarico di Direttore. Domenico mise al servizio della banda la sua tenacia e la sua alta professionalità. Volle fortemente la seria preparazione dei suoi musicisti attraverso il lavoro della scuola di musica. Attraversò gli anni della prima guerra con determinazione e volontà. Riuscì a rimettere insieme gli elementi sopravvissuti, e altri ne inserì. Grazie alle sue qualità di compositore e abile orchestratore arricchì il repertorio con brani da concerto, di Verdi, Rossini, Gounod e altri di carattere operistico. Con l’avvento del regime fascista, al figura del maestro di banda venne tolta dall’organico comunale. Maltoni fu licenziato. Probabilmente per la rabbia e lo sconforto, distrusse purtroppo gran parte delle sue partiture si allontanò da Solarolo, terminando i suoi giorni a Forlì, dove si spense nel 1937. La Banda però non fu sciolta, e un suonatore di clarinetto, Guerrini Domenico, prese l’incarico di Direttore. Sotto la sua direzione però la scuola di musica non continuò la sua attività, e non ci fu un necessario e costante rinnovamento dei musicisti. La Banda invecchiava inesorabilmente e il repertorio riuscì soltanto a diminuire sia nella qualità delle esecuzioni che nella scelta dei brani e nell’orchestrazione. Occorreva un miracolo a questo punto per risollevarsi.
Nel 1929, in occasione del secondo centenario di devozione alla Beata Vergine della Salute, l’Arciprete Don Babini individuò in un giovane chierichetto, dotato di buone capacità musicali, la persona che avrebbe dovuto curare la parte musicale della celebrazione, accompagnando il coro all’organo. Il prescelto ragazzo era Angelo Creonti. Nel 1935-36 si presentò l’occasione per l’insediamento di Angelo Creonti come maestro di Banda. Continuò gli studi musicali, iscrivendosi al Conservatorio di Bologna, dove nel 1940 conseguì il diploma in Organo e Composizione organistica. Si dedicò quindi allo studio vero e proprio di Strumentazione per Banda. Dopo qualche anno, attraverso il Dopolavoro, fu messa a disposizione della Scuola di Musica una piccola somma per la scuola, che venne affidata alle cure del M° Creonti. Egli vi insegnava solfeggio e strumento e in tal modo avvicinò ed educò alla musica numerosi giovani del paese. Diresse anche per breve tempo una Fanfara, istituita nel 1941, composta da una trentina di elementi, tutti giovanissimi, che si sciolse dopo appena un paio d’anni di attività. Nel mese di luglio 1941 il M° Creonti venne chiamato alle armi, così tutta l’attività bandistica rimase sospesa. Alla fine del 1945 Angelo Creonti rientrò dalla prigionia. Tutto era da rifare. Il paese era stato letteralmente distrutto, ma il desiderio di ricominciare era grande e su quelle macerie si riprese subito la faticosa opera di ricostruzione.
La ripresa delle attività, l’inserimento di giovani elementi preparati dalla rinata Scuola di musica e la forte determinazione di tutti i musicisti, nonché le recenti affermazioni professionali del Maestro Creonti (1948 diploma di Composizione e Strumentazione per Banda, diploma di Canto; nel 1949 diploma di Musica Corale e Direzione del Coro; 1959 diploma di Composizione) condussero a grandi e solide affermazioni del complesso Banda di Solarolo. Alla fine degli anni ’80 il maestro Creonti, per problemi di salute, decise di rallentare poco a poco gli impegni legati alla direzione della Banda, alla organizzazione dei concerti e soprattutto all’impegno delle prove; mantenne la docenza presso il Conservatorio di Bologna.
Nel 1989 il giovane musicista Gianfranco Mazzanti, allora trentenne, diresse il suo primo concerto, Il M° Mazzanti, diplomatosi nello strumento del corno al Conservatorio di Bologna, ben consapevole dell'eredità di alto livello di preparazione lasciata dal suo predecessore, il M° Creonti Angelo, perfezionò gli studi e dal 1991 al 1994 frequentò il corso per Direttore di Banda. Mazzanti, convinto del valore della Banda, considera fondamentale coltivare costantemente il rifiorire della passione bandistica e rinnovare continuamente l’organico con la preparazione di un vivaio di giovani forze. Nel 2005, a fronte di un periodo di “relativa stanchezza, e stallo della banda, organizzò corsi intensivi rivolti ai bambini di Solarolo. In poco più di un anno preparò un gruppetto di bimbi per il concerto di Natale del 2005. In Piazza Gonzaga, a Solarolo, la notte del 24 dicembre, davanti alla Chiesa arcipretale, il Maestro diresse 8 bambini supportati da 5 musicisti adulti. Il concerto segnò l’inizio di una nuova fase di rinnovamento: la Banda giovanile. Al Maestro Mazzanti va riconosciuto il merito di avere saputo trasmettere con impegno e dedizione il valore della musica e che ha permesso al gruppo giovanile di diventare quello che oggi si può definire una vera Banda.
Dal 2013 una importante trasformazione riguarda il cambio di direzione che vede il M° Ricciardelli Roberto come nuovo direttore, un virtuoso del clarinetto laureato e tutt'ora insegnante al conservatorio di Bologna. Si potrebbe definirlo un “jazzista” purosangue, un maestro dalla vena ritmata e carica che trasmette energia dalla prima all’ultima nota spaziando dalle melodie più serene a quelle più accattivanti.
Siamo ai nostri giorni e la storia continua: la banda oggi conta di un organico composto da circa 50 elementi, in gran parte giovanissimi, che guarda al futuro con orgoglio.
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